Finding Pier Luigi Nervi

Scopri di più
Matteo Cirenei e Marco Menghi, due fotografi di architettura di Milano, dal febbraio 2015 portano avanti insieme Il progetto fotografico su Pier Luigi Nervi. È una ricerca sul’ opera di uno dei protagonisti dell’ ingegneria strutturale del secondo dopoguerra in Italia, e scaturisce dalla folgorazione ricevuta osservando le immagini dell'epoca illustranti il lavoro del grande ingegnere, e dalla constatazione che molte delle sue più importanti realizzazioni oggi non sono valorizzate come meriterebbero: alcune di esse sono in stato di parziale abbandono, altre sono state in parte modificate per venire incontro a nuove esigenze e destinazioni d’uso, nascondendo le forme originarie degli edifici.

Le motivazioni che hanno portato i due autori a intraprendere questo lavoro vengono così raccontate dai protagonisti: Matteo Cirenei – “Da anni stavo portando avanti il progetto "Sundials", che indaga le forme dell'architettura quando la luce interagisce con la materia, generando nuove matrici visive dal gioco di chiari, scuri e forme geometriche. Rimasi affascinato dalle immagini di Mario Carrieri di alcuni progetti di Nervi e iniziai a documentarmi. In quel periodo avevo conosciuto Marco Menghi e gli proposi di andare insieme a fotografare quei luoghi molto suggestivi e spesso dimenticati.

Avevo appena acquistato una camera di grande formato con cui ho cambiato radicalmente modo di fotografare, iniziando a lavorare in un formato diverso e con punti di vista molto più larghi. Io e Marco siamo diventati complementari sul campo: io ho sempre documentato con una visione ampia, lui con un occhio di riguardo ai dettagli e alla composizione formale.”Marco Menghi – “Grazie a Matteo, che cinque anni fa mi ha coinvolto in questa avventura, ho avuto modo di confrontarmi con un tema che stavo ricercando da tempo all'interno dell'ambito fotografico, legato all'Architettura, e in cui mi ero imbattuto molto raramente. Si tratta di una sorta di ossessione personale che riguarda i tre canoni fondamentali espressi dall'architetto Vitruvio nella sua opera maggiore De Architectura, studiata all'università grazie al mio ex professore di Storia dell'Architettura Luciano Patetta: utilitas, firmitas e venustas (utilità, fermezza e bellezza). Il lavoro di Nervi rappresenta in modo perfetto questi tre concetti fondamentali. L'uso del medio formato quadrato (che per tradizione è un formato aureo) mi ha aiutato ad avvicinarmi e dare risalto a questi tre concetti fondamentali.” Le opere progettate e realizzate da Pier Luigi Nervi sono un esempio unico per le soluzioni tecniche che ideò nel campo dell'architettura strutturale, espressione del Moderno, motivo principale che ha spinto Matteo Cirenei e Marco Menghi a documentarle sia in modo descrittivo, sia interpretandone con immagini grafiche la peculiare estetica che deriva dal pionieristico utilizzo del cemento armato.

A questo proposito affermano che “Nervi ha sintetizzato un equilibrio perfetto tra tecnica ed estetica, creando in questo modo un’armonia unica nel suo genere, raramente riscontrabile in altre opere realizzate da maestri del suo tempo, come Le Corbousier.” Il successo dell’ingegneria italiana della seconda metà del secolo scorso (si vedano anche Morandi, Musumeci, Zorzi, Cestelli Guidi e altri) è dovuta allo straordinario connubio tra scienza e tecnologia, di cui Nervi è stato un attivo sperimentatore, risolvendo i problemi delle grandi strutture in cemento armato da un lato con l’ausilio della precompressione e del ferrocemento, dall’altro con le volte sottili e la resistenza dovuta allo studio della forma. Quest’ultima si manifesta in un equilibrio perfetto, con ritmo, simmetria e slancio, ed è proprio questo che Matteo e Marco stanno ricercando, in un viaggio attraverso la bellezza di opere così all’avanguardia nel momento della loro realizzazione da essere ancora attuali oggi. Il leit motiv che lega questi edifici, e che rivela la personalità di Nervi, è, a detta degli autori, “ lo slancio, la leggerezza, e allo stesso tempo la forza, la solidità.

La forma imponente, spesso perfino monumentale, ma sempre modellata dalla mano dell'uomo, che crea una sorta di equilibrio perfetto. Il legame unico che accomuna queste opere è l'ingegnoso sistema di costruzioni che Nervi ha inventato per sfruttare fino in fondo la plasmabilità del ferro-cemento, riprendendo le forme auree della natura.” Il progetto è cominciato documentando le opere maggiori, aggiungendo via via le secondarie, altrettanto importanti per intravedere tutte le sperimentazioni che portarono alle tecniche costruttive usate nei lavori più famosi. “ È stato interessante poter vedere coi nostri occhi tutte le costruzioni sparse per il territorio italiano, riuscendo a cogliere le similitudini di alcune soluzioni formali che altrimenti sarebbe stato difficile notare: l’intento è di condividere questa nostra esperienza con il pubblico, avendo creato un corpus di immagini coerenti di un grande numero di opere, e permettendo per la prima volta di vederle tutte insieme”. Il progetto fotografico viene svolto in collaborazione con la Fondazione "Pier Luigi Nervi Project" di Bruxelles, il cui principale scopo è quello di promuovere la conoscenza delle straordinarie realizzazioni edilizie di Nervi al fine della conservazione e del recupero delle strutture esistenti, con la speranza di contribuire ad una consapevolezza scientifica e alla tutela del patrimonio architettonico del Moderno, di cui queste strutture sono tra le sue più alte espressioni. Gli architetti Alberto Bologna e Cristiana Chiorino sono i consulenti scientifici esterni, di fondamentale ausilio per avere un fondamento storico/scientifico attendibile sulla paternità delle realizzazioni ricercate sul territorio italiano, e per avere informazioni sulle tecnologie costruttive che hanno caratterizzato i diversi edifici. Un aspetto peculiare di questo progetto è l’uso di attrezzature analogiche, e la scelta del bianco e nero, quest’ultimo di grande aiuto per enfatizzare le forme delle strutture e per far emergere i soggetti dal contesto senza essere troppo distratti dalla molteplicità dei colori della vita moderna, o dalle inevitabili superfetazioni dell’ambiente circostante. “ La fotografia analogica, con i suoi limiti tecnici, ci ha anche permesso un approccio più meditativo e rigoroso alla lettura dello spazio: abbiamo usato due formati diversi, il quadrato (6x6) e il panoramico (6x12), e con il nostro personale linguaggio, coerente dal primo all’ultimo sito visitato, abbiamo potuto creare un corpus di immagini con una doppia visione, dal generale al particolare, che speriamo sia utile a far meglio comprendere l’opera di Pier Luigi Nervi. “ Il progetto sarebbe dovuto terminare entro la primavera del 2020, ma a causa del Covid-19 non è stato possibile ancora accedere all’Aula Paolo VI in Vaticano, ultima realizzazione sulla penisola da fotografare.